L’esperienza che l’adolescente vive con il mutamento globale della sua persona, possiamo indicarlo come mutamento della presenza corporea , proprio perché la crisi ruota intorno ad un vissuto di scollamento tra mondo interno e mondo esterno.
La crisi ruota intorno alla tensione tra l’essere e l’apparire , tra fare e pensare .
Per comprendere l’adolescente nel suo modo di essere al mondo, occorre partire da un corpo come campo di esperienza che coincide con la presenza stessa del soggetto . L’essere nel mondo come presenza , sintetizza l’essere biologico, l’esperienza sensoriale, la capacità di relazione e di contatto , il flusso vissuto di pensieri, sentimenti ed emozioni, e la consapevolezza integrata di tutto questo.
Una presenza corporea, non uno stato raggiunto una volta per tutte , una dinamica che si radica nella coscienza stessa del corpo e che richiede la capacità di costruire il senso della propria continuità attraverso i cambiamenti : alternanza di contatto e ritiro di apertura e chiusura.
Questa presenza possiamo definirla una metamorfosi del sé incarnato.
Il disagio evolutivo corrisponde alla difficoltà soggettiva di accettare il fluire del processo, per l’enorme intensità di mutamenti interni e cambiamenti qualitativi nelle funzioni di contatto, nella definizione di consapevolezza di sé e del mondo esterno ; l’adolescente è per la prima volta spettatore consapevole del mutamento che lo riguarda ed è anche impegnato in un processo di controllo, attribuzione di senso di ciò che accade.
La pelle, organo- corpo, confine che si trova al confine di contatto, tra mondo interno (protezione del mondo interno) e mondo esterno (che mi permette protezione e contatto); la pelle è un tutto in cui si scrive la crisi adolescenziale: Non mi piace la mia pelle, la pelle mostra delle cose non positive, del mio viso vorrei rifarmi la pelle
Le trasformazioni fisiologiche con l’irrompere delle pulsioni sessuali rendono intense le sensazioni interne che spesso sono vissute come incontenibili. La pelle, confine per eccellenza tra interno ed esterno e luogo su cui si posa lo sguardo dell’altro, diventa un elemento di estrema importanza, investito di forti valenze affettive e oggetto di attenzioni particolari. La pelle si trasforma visibilmente, è in movimento , si ricopre di peli brufoli e forse non è più affidabile
L’abito ossessivamente curato o sciatto, originale ai limiti dello sporco sarà una seconda pelle assolverà il compito di confine ausiliario, oltre che di messaggio per il riconoscimento esterno.
Il sentimento della vergogna e dell’arrossire, così frequente a questa età, accompagnato dal penoso vissuto di “essere trasparente”, essere letto dentro, essere troppo aperto segnala la difficoltà di sentire il confine pelle e di integrare la chiusura e il limite. Questo processo si struttura lentamente attraverso l’intreccio delle due esperienze fondamentali del sentirsi e dell’essere visti
L’adolescente allo specchio sta contemplando la propria identità
La preoccupazione per il proprio corpo può raggiungere livelli patologici (dismorfofobia)
I cambiamenti vengono spesso percepiti come deformanti: si sente inadeguato troppo grasso, troppo magro, troppo alto, basso; le asimmetrie fisiologiche del viso e degli arti, la comparsa, dei peli, vengono considerate anomalie.
L’adolescente è spesso spaventato del proprio corpo ed è da esso che vuole tenersi lontano, il corpo con i suoi ritmi, le eccitazioni, i bisogni, la rabbia.
Il corpo è un richiamo al qui e ora della situazione; decidere di essere quel corpo è una scelta che contrasta col desiderio di vivere in modo sconfinato. L’identità corporea si struttura su una precisa percezione del limite e sulla capacità di sopportare la frustrazione. L’adolescenza è imparare il limite ed abituarsi al corpo che si è.
Questi cambiamenti, vistosamente percepibili all’esterno, interessano alcuni spettatori privilegiati (genitori fratelli, altri adulti significativi) sono così coinvolti nell’operazione emotiva intercorporea di accogliere il cambiamento e di attribuirvi senso mantenendo la possibilità di riconoscere l’adolescente e se stessi nella trasformazione.
L’area dell’intercorporeità è modificata e l’adolescente non ha intenzione di avere intimità con i propri genitori.
Molte spesso ci dimentichiamo che gli adolescenti hanno un corpo con cui dobbiamo entrare in relazione, ed è fondamentale incrementare l’area dell’intercorporeità tra adolescente e adulto
In adolescenza le trasformazioni del corpo accelerano il distacco con il mondo dell’infanzia e con le identificazioni infantili.
Il corpo si colloca nell’esperienza dell’adolescente al confine fra il corpo come parte di se e corpo oggettivo esterno che può essere guardato e scrutato in una contrapposizione fra essere il proprio corpo e avere un corpo , e possiamo dire che da qui inizia un lungo lavoro per raggiungere una riappropriazione simbolica del corpo, questo spiega il perché del piercing dei tatuaggi dei body alteration che sono connessi al bisogno dell’adolescente di assimilare il proprio corpo a se stesso e per cui progressivamente si può giungere ad una nuova personalizzazione, però in situazioni conflittuali il corpo può diventare un compagno minaccioso che deve essere addomesticato controllato. La patologia dell’adolescenza ha sempre a che fare con il corpo dai disturbi alimentari alle tossicodipendenze che modificano l’esperienza del corpo, all’esperienze di cutting, all’esperienze automutilatorie che sono tipicamente adolescenziale. Spesso l’adolescente ha difficoltà a rinunciare al corpo infantile onnipotente che non è giunto ad una differenziazione, il corpo sessuato , il corpo maturo può suscitare terrore e paura , e spesso provocare a sua volta inibizioni terrore nelle prime esperienze sessuali.
Un ruolo importante viene esercitato dai genitori se sono in grado di accettare e riconoscere corpo puber del figlio, qui l’adolescente attiva anche i conflitti adolescenziali dei genitori , e spesso l’adolescente è molto bravo a cogliere i conflitti e le debolezze dei genitori che devono affrontare il tema della sessualità del figlio come anche il tema della aggressività.
Il corpo è condiviso con i coetanei, il corpo è una dimensione sociale che è condiviso a livello di realtà e di fantasia , spesso l’adolescente condivide il corpo con il gruppo dei coetanei, per cui spesso è individuabile un certo conformismo negli adolescenti, tatuaggi , percing .
Da una parte c’è bisogno di condividere ma da una parte anche di dare una propria impronta al corpo per personalizzarlo.
In una ricerca neurobiologica, ha messo in luce che la social cognition il riconoscimento da parte degli altri è molto importante anche a livello neurobilogico si attivano le aree connesse alla cognizione sociale, per cui è importante nella costruzione del sé adolescenziale la conferma che viene dai coetanei.
Psicologa Psicoterapeuta
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