Supervisione Clinica

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Supervisione Clinica

  • In psicologia della Gestalt il metodo fenomenologico deve rendere la descrizione dell’esperienza il più possibile diretta, fedele e piena. Tale metodo potenzia l’esperienza diretta ed immediata per ridurre la distorsione dovuta a giudizi ed apprendimenti precedenti. Secondo i principi della psicoterapia della Gestalt la persona non raggiunge una verità oggettiva mettendo tra parentesi (l’epoché fenomenologica). Nel pensiero fenomenologico realtà e percezione sono co-creazioni che risultano dalla interrelazione tra colui che percepisce e ciò che è percepito. In supervisione il focus è più sul “come” il processo terapeutico evolve piuttosto che sul “perché”. Il supervisore non va alla ricerca di una “spiegazione vera”, tutti i componenti del campo terapeutico sono esperti circa la propria esperienza relazionale.
  • Il modello di supervisione è di tipo relazionale e contestualizzato.
  • La supervisione è sempre interpersonale, implica un sistema di prospettive diverse, coinvolge in un processo di esplorazione piuttosto che di ricerca della “verità”, richiede equilibrio della dimensione osservatore-partecipante. È una co-creazione di una “nuova” narrazione e di un nuovo significato da parte del supervisore e di colui che è in supervisione, che influisce sul lavoro con il paziente.
  • Transfert e controtransfert in una prospettiva intersoggettiva. Psicoterapeuta e paziente portano in seduta le proprie modalità personali di organizzare il campo tra loro, che sono derivanti dalle loro esperienze relazionali passate e che tendono a modellare il modo in cui percepiscono il presente. La dimensione interpersonale a cui si interessa la Gestalt è il processo intersoggettivo tra psicoterapeuta e paziente, o l’interazione immediata tra supervisore e supervisionato o ancora l’interazione tra di essi in riferimento ad un processo parallelo.

Obiettivi della supervisione

  • Identificare ed esprimere i propri bisogni di supervisione e stipulare un contratto con il supervisore che garantisca la continuità nel tempo. Il terapeuta è capace di aprirsi e di riconoscere i propri vissuti durante il processo, con particolare attenzione alla vergogna, senza sottovalutare eventuali vissuti narcisistici, e concorda con il supervisore quale tipo di supervisione possa essere la più appropriata, motivante e in grado di sostenerlo a destrutturare i propri introietti e a crescere come terapeuta.
  • Essere partecipe nel dialogo col supervisore rivolgendosi a lui come ad un collega (specificamente formato come supervisore) che svolge la funzione di terzo rispetto alla relazione terapeutica, in un percorso di apprendimento. Il terapeuta è capace di stabilire un’alleanza di supervisione come partner attivo nella co-creazione della relazione e dello scambio dialogico.
  • Assumere un atteggiamento fenomenologico, limitando una valutazione del proprio lavoro in termini di buono o cattivo, lasciando fuori i preconcetti, ampliando la propria consapevolezza attraverso la descrizione del fenomeno esattamente come appare nella situazione della supervisione. Terapeuta e supervisore non si focalizzano sul “perché” il terapeuta o il paziente funzionano in una certa maniera, piuttosto esplorano insieme “come” funzionano.
  • Coinvolgersi nella creazione o co-creazione dell'esperienza collegata alla sua richiesta in supervisione. Il terapeuta sa che la situazione terapeutica diventa in parte presente anche nel qui e ora della supervisione. Ha il coraggio e la creatività per impegnarsi in una nuova esperienza, dando forma alla situazione terapeutica con esperimenti (ad esempio quando   il role playing mettendosi nei panni del suo paziente, il disegno, l’immaginazione, la narrazione, l’utilizzo di metafore, ecc.). Il terapeuta può utilizzare le sue nuove intuizioni ed i feedback da parte del supervisore o degli altri membri del gruppo di supervisione per avere una rappresentazione più complessa della situazione portata. Sa inoltre usare questi strumenti per trovare linee guida e indizi per i passi successivi nel lavoro col paziente.

 

Mi occupo di

Ambiti di intervento

  • Disturbi dell’umore
  • Disturbi d’ansia
  • Disturbi del comportamento alimentare
  • Disturbi di personalità
  • Difficoltà di relazione
  • Difficoltà legate alle fasi del Ciclo di Vita
Dott.ssa Monica Bronzini

Psicologa Psicoterapeuta

Partita IVA 00509680500
Iscritto all'Ordine degli Psicologi della regione Toscana n.953 dal 26-01-1993

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